La legge su trasfusioni e donazioni di sangue
La giornata di riposo regolarmente retribuita è un diritto di tutti i lavoratori che donano il sangue, anche di quelli atipici, i precari insomma. È stata una delle ultime novità in materia introdotte dalla legge che regola il settore delle trasfusioni di sangue e la produzione di emoderivati. Il sangue umano non può essere in alcun modo una fonte di guadagno: non si può vendere e commercializzare. Per i trasgressori sono previste la reclusione e multe salate.
Questa norma combatte ancora più duramente il commercio del plasma: un fenomeno illegale alquanto diffuso come quello del “traffico” dei gameti contenuti nello sperma, una pratica altrettanto illegale secondo la legge 40 del 19 febbraio 2004. Chi dona e/o riceve il sangue e i suoi derivati non deve pagare nulla: le attività trasfusionali rientrano nei livelli essenziali dell’assistenza sanitaria e i costi sono a carico del Fondo sanitario nazionale.
Ma c’è di più: il diritto di donare è stato esteso ai minori di 18 anni che però siano autorizzati da entrambi i genitori o da chi esercita la patria potestà; e la possibilità di donare la placenta e il sangue da cordone ombelicale che è riconosciuto come un gesto volontario e gratuito al quale ogni donna può dare il proprio assenso informato al momento del parto. A questo proposito anche le giovani madri minori di 18 anni possono donare cellule staminali emopoietiche da cordone ombelicale, ma solo dopo aver preso visione e accettato il consenso informato.
La legge affida un ruolo di primo piano alle associazioni e alle federazioni dei donatori. In particolare ne riconosce la funzione civica e sociale, di promozione dei valori umani e di solidarietà “che si esprimono nella donazione volontaria, periodica, responsabile, anonima e gratuita del sangue e dei suoi componenti” come si legge nell’articolo 7.
Le federazioni e le associazioni dei donatori concorrono anche ai fini istituzionali del Servizio Sanitario Nazionale con la promozione e lo sviluppo della donazione organizzata di sangue e la tutela dei donatori. Le novità interessano anche il settore trasfusionale nazionale e regionale, che è stato riformato in senso federalista.
La riorganizzazione del settore è tra le principali finalità della legge del 2005. Queste ultime riguardano in particolare
il raggiungimento dell’autosufficienza regionale e nazionale della raccolta di sangue, emocomponenti (globuli bianchi e rossi, piastrine e plasma) e farmaci emoderivati (specialità medicinali che vengono estratte dal sangue derivanti dal plasma attraverso un processo di lavorazione industriale)
la tutela della salute dei cittadini con l’attuazione dei più alti livelli di sicurezza in tutto il processo: dalla donazione alla trasfusione del sangue
l’uniformità del servizio trasfusionale su tutto il territorio nazionale
Per migliorare e coordinare il settore delle trasfusioni è stato istituito il centro nazionale sangue che fa capo all’Istituto Superiore di Sanità. (intrage.it)