Peste d’Acqua - Elodea (Anacharis) canadensis
La peste d’acqua è una pianta perenne provvista di fusti lunghi fino a 1 m, sommersi e densamente ramificati, radicati al fondo o liberi nell’acqua. Essi sono interamente ricoperti da foglioline lanceolate, disposte in verticilli di 3 elementi ciascuno; hanno colore verde scuro un po’ traslucido; sono attraversate nel centro da un canalicolo aerifero. È una pianta dioica, di cui sono presenti in Europa solo esemplari femminili, che vi sono stati importati dal Canada nel secolo scorso. I minuscoli fiori, visibili alla superficie dell’acqua da maggio ad agosto, sono sorretti da lunghi steli che si originano all’ascella delle foglie. Questa pianta non dà dunque mai frutti nelle acque europee. Ciò non le ha però impedito di diffondersi, con una rapidità straordinaria, con una moltiplicazione vegetativa particolarmente intensa: ognuno dei suoi brevi fragili germogli, ogni frammento di stelo, ogni ramo spezzato, può infatti dar vita a un nuovo individuo. Le possibilità di riproduzione di questa specie sono infinite : in un tempo molto breve è in grado di invadere completamente fossati, stagni e canali. La peste d’acqua è originaria del Canada e fu introdotta in Europa nel 1836, dai botanici o dai pesci, in uno stagno irlandese. Qualche anno dopo questa pianta invadente fu trovata in altre acque d’Inghilterra e di Scozia dove si è moltiplicata al punto da ostacolare la navigazione e da provocare inondazioni. Un botanico di Berlino la introdusse sul continente fra il 1854 e il 1860: da allora la sua prolificità fu tale da invadere ben presto tutte le acque disponibili. Di difficile distruzione anche con mezzi meccanici (ne basta un frammento minuscolo per dar vita a nuovi esemplari), la peste d’acqua si oppone alla penetrazione della luce, è intorbida l’acqua trattenendo i fanghi e facilitando la sua putrefazione. Ostacola il movimento dei pesci; la sua rapida crescita finisce con l’esaurire tutti gli elementi nutritivi dell’acqua. Talvolta si combatte immettendo nelle acque infestate delle carpe. Questi pesci, rovistando nel fango, lo smuovono, e poiché la peste d’acqua non sopporta l’acqua torbida, muore. In certe regioni, la peste d’acqua è utilizzata come mangime per i maiali, poiché si ritiene che il suo valore alimentare sia paragonabile a quello del trifoglio. Si può anche impiegare per farne letame o terriccio. Oggi tuttavia pare che, dopo tanto vigore riproduttivo, questa pianta abbia mutato il suo comportamento originario: infatti, il più delle volte, cresce come tutte le altre piante acquatiche, avendo perso a poco a poco quella capacità di diffusione che ne faceva un vero e proprio flagello.