gio 22 marzo 2018 ore 20.30
GRAMSCI Antonio detto Nino
Teatro Miela
ON/OFF
di Francesco Niccolini e Fabrizio Saccomanno
con Fabrizio Saccomanno
collaborazione artistica Fabrizio Pugliese
consulenza scientifica Maria Luisa Righi, Fondazione Gramsci
produzione URA Teatro
con la collaborazione di Carcere di Turi (Bari), Festival Collinarea (Lari), L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino, I cantieri dell’Immaginario - L’Aquila, Thalassia - Residenza Memoria migrante di Mesagne
“…ero un combattente che non ha avuto fortuna nella lotta immediata, e i combattenti non possono e non devono essere compianti, quando essi hanno lottato non perché costretti, ma perché così hanno essi stessi voluto consapevolmente.” Antonio Gramsci
Gramsci Antonio detto Nino racconta frammenti della vita di uno degli uomini più preziosi del Novecento.
Vita assolutamente privata: sullo sfondo, e solo sullo sfondo, il tormentoso rapporto con il PCI e l’internazionale socialista, le incomprensioni con Togliatti e Stalin. E l’ombra di Benito Mussolini.
In primo piano invece la feroce sofferenza di un uomo che il fascismo vuole spezzare scientificamente, che vive una disperata solitudine, e in dieci anni di prigionia, giorno dopo giorno, si spegne nel dolore e nell’assenza delle persone che ama: la moglie Julka, i figli Delio e Giuliano. Il primo lo ha visto piccolissimo, il secondo non lo ha nemmeno mai conosciuto.
Proprio le bellissime lettere ai suoi figli sono state il punto di partenza: tenerissime epistole a Delio e Giuliano, ai quali Gramsci scrive senza mai nominare il carcere e la sua condizioni fisica e psichica, dando il meglio di sé come uomo genitore e pedagogo. Ma accanto a queste, le lettere di un figlio devoto a una madre anziana che lo aspetta in Sardegna e non capisce. Le lettere di un fratello. Di un marito.
Il corpus delle lettere di Antonio Gramsci ai familiari è un capolavoro di umanità, etica, onestà spirituale e sofferenza, un romanzo nel romanzo, che apre a pensieri, dubbi, misteri che raccontare in teatro è avventura sorprendente.
PREMIO DELLA CRITICA ERMOCOLLE 2017 - XVI Palio Poetico Teatrale Musicale
“…Fabrizio Saccomanno è riuscito a tratteggiare una figura difficile….. Era facile precipitare nello stereotipo ma né la scrittura di Niccolini né l’interpretazione di Saccomanno non sono mai caduti in tentazione…” Tommaso Chimenti (Il Fatto Quotidiano)
“…E’ a un Antonio Gramsci privato che guarda il nuovo spettacolo di F. Niccolini e F. Saccomanno…. Una novità nel teatro di Saccomanno, che ha sempre raccontato partendo da dati autobiografici…. Una momento vivifico di grande intensità e spiazzamento…”
Nicola Viesti (Hystrio)
“…Con il solo ausilio di alcuni fogli e una fotografia di Gramsci, Saccomanno accompagna lo spettatore, con le lettere da lui scritte in carcere, nell’intimo del suo animo, restituendocene intatta tutta la forza morale ed intellettuale …”
Mario Bianchi (Eolo)
“… Due i punti di forza di questo bellissimo lavoro: le parole di Gramsci, intatte; e il lavoro attoriale che ha fatto Saccomanno su se stesso…”
Francesca De Sanctis (L’Unità)
“Nel carcere di Turi le parole scritte di Gramsci e quelle recitate da Saccomanno brillano e ci riscaldano come i raggi di sole che illuminano la pietra bianca quasi marmorea delle pareti e delle torrette di sorveglianza. Squarci di bellezza e di un teatro necessario che ci accompagnano all’uscita dal carcere“
Franco Ungaro (Nuovo Quotidiano di Puglia – Lecce)
organizzazione: Bonawentura
Ingresso € 12,00, ridotto soci Bonawentura e under 26 € 10,00. Prevendita c/o biglietteria del teatro (tel. 0403477672) tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00. www.vivaticket.it
TEATRO MIELA / Bonawentura Soc. Coop.
Piazza Duca degli Abruzzi, 3
34132 - Trieste (Italia)
https://www.miela.it/default.asp