26-28 maggio
Rigenerazione urbana attraverso l’arte e il teatro: al Villaggio Artigiano di Modena Ovest ritorna il Festival Periferico
Il Collettivo Amigdala porta in una storica periferia emiliana i nomi più interessanti della ricerca artistica italiana. Un Festival Alto Fragile Urgente.
«Il Festival Periferico si caratterizza per il fatto di realizzarsi in luoghi urbani non-teatrali, in aree degradate della città o in spazi pubblici poco valorizzati»: i membri della Direzione Artistica del Collettivo Amigdala di Modena introducono la manifestazione da loro ideata nel 2008 «I luoghi attraversati in questi anni sono molteplici: l’ex recapito postale della stazione FFSS, l’Archivio Comunale, il condominio popolare R-Nord, la fabbrica all’avanguardia Tecnord, il museo-laboratorio Officina Emilia. Fino al Villaggio Artigianale di Modena Ovest».
La nona edizione del Festival Periferico, dal titolo Alto Fragile Urgente, si svolgerà dal 26 al 28 maggio, per il secondo anno consecutivo tra le officine in disuso e le imprese del Villaggio Artigiano di Modena Ovest.
«Questo luogo è nato nel 1953 da una coraggiosa intuizione politica, a partire dalle tensioni sociali ed economiche del dopoguerra» suggerisce la curatrice Federica Rocchi «È il primo Villaggio Artigiano nel nostro Paese: un territorio tra campagna e città che teneva insieme vita e lavoro, saper fare manuale e impresa, filiera produttiva e appartenenza di comunità».
A proposito di appartenenza: l’edizione 2017 del Festival Periferico inaugura l’avvio di un nuovo polo culturale della città di Modena, curato e diretto da Amigdala e da Archivio Cesare Leonardi, che avrà sede nella ex officina #OvestLab grazie alla collaborazione con il Consorzio Attività Produttive: «Alto Fragile Urgente nasce a partire da questa continuità» aggiunge l’illustratrice Sara Garagnani «e si fonda sul desiderio di condividere alcune domande con i cittadini: come l’arte e gli artisti possono entrare in relazione con questo territorio, con i suoi abitanti, con le officine dismesse e con quelle ancora attive, con gli artigiani, con gli operai e con gli imprenditori? Qual è il posto dell’arte in un quartiere da sempre votato alla produzione artigianale e industriale?».
I nomi più interessanti della ricerca artistica e performativa nazionale sono in arrivo a Modena Ovest per tentare, attraverso opere e atti di pensiero, di rispondere a queste domande: la Compagnia Abbondanza/Bertoni, Muta Imago, Claudia Catarzi, Isabella Bordoni, OHT - Office For A Human Theatre, Filippo Tappi, Leonardo Delogu e molti altri proporranno installazioni, performance, spettacoli di teatro e di danza, conversazioni e concerti.
«Abbiamo convocato un gruppo di artisti non tanto (o non solo) per portare una replica di un loro lavoro di repertorio» racconta Meike Clarelli, anima musicale del Collettivo «ma soprattutto per interrogarsi assieme a noi. Abbiamo chiesto loro di produrre nuove domande sotto forma di azioni, di performance o di percorsi nel quartiere, esplodendo il più possibile il Festival in spazi diversi: officine dismesse, negozi, strade, ex tracciati ferroviari, prati incolti».
Conclude e rilancia Gabriele Dalla Barba, drammaturgo e scrittore: «Tre parole-chiave ci guidano in questo percorso: sogno, inteso come capacità dell’arte di lavorare sull’invisibile; intimità, come specifica qualità di una pratica artistica volta a ricostruire legami affettivi tra le persone e i luoghi; camminare, come pratica di esplorazione del paesaggio che si focalizza sul rapporto tra corpo, paesaggio e visione».