di Maria Luisa Runti
Magnifica sintesi di poesia introspettiva il monologo “Il Silenzio Dei Campi In Fiore: Pensieri Dall’oblio Di Zoran Mušič” di Marko Sosič, andato in scena al Museo Revoltella di Trieste nell’ambito del progetto “Storie nell’arte, percorsi teatrali tra vite di artisti” a cura di Laura Forcessini, produzione Bonaventura-Teatro Miela.
Sottolinea l’Autore in esordio: “La cosa più importante è il silenzio, la percezione di se stessi… il capire il mondo che ci circonda”.
Pensieri tradotti in immagini e parole di rara bellezza. La vita del grandissimo pittore Zoran Mušič narrata in frammenti di memorie, dall’infanzia al tragico internamento a Dachau, alla morte scampata. Un viaggio a ritroso nel tempo, una carrellata di ricordi flash sui suoi viaggi e sulle emozioni che hanno lasciato un tangibile segno nella sua arte. I paesaggi del Carso, di Dalmazia e Svizzera, di Venezia e Madrid le cui suggestioni sono rimaste scolpite nella sua memoria come lo fu l’arte di Goya. Riflessioni esistenziali sul valore dell’uomo ed il senso della vita, la guerra, la morte. Ricordi scanditi in modo incalzante, pesanti come macigni e, nel contempo, narrati con struggente, delicata ed intima poesia. Sosič ha delineato uno stupendo ritratto dell’anima e della vita di Zoran Mušič cui ha dato voce Marco Puntin con un’ottima, serrata interpretazione dove calde sfumature di voce e ritmo drammatico si sono alternati in un continuo crescendo scenico. Dall’abito bianco iniziale (il colore della morte, come per gli orientali) alla nudità integrale dell’ultima scena. Non solo parola ma anche gestualità ed azione sottolineati, nel finale, dalla musica della quarta sinfonia di Mahler.
Applausi calorosissimi e ripetuti hanno coronato il successo dello spettacolo-reading.
Affermava Cesare Pavese: ” Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”.
MARIA LUISA RUNTI
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