di Maria Luisa Runti
Accoglienza calorosissima e teatro gremito hanno visto il debutto di Gandini Juggling al Teatro Comunale di Monfalcone il 13 dicembre, in esclusiva regionale. Gandini Juggling, fondata e diretta da Sean Gandini e Kati Ylä-Hokkala nel 1992, è considerata la più importante compagnia di giocoleria al mondo. La singolarissima, continua ricerca di Gandini Juggling analizza tutte le possibili funzioni della giocoleria intersecando, fra virtuosismo e sperimentazione, altri linguaggi teatrali come la danza, il mimo, la musica ed il teatro essendo all’avanguardia nel circo contemporaneo, reinventando e rigenerando la giocoleria del 21 ° secolo. Smashed è il loro lavoro più teatrale, nato come raffinato omaggio a Pina Bausch e al suo Tanztheater attraverso un Tanzjonglage per nove straordinari giocolieri che ricreano una serie di figurazioni dal vago sapore cinematografico, ispirate alle coreografie della Bausch, e rappresenta il culmine di una lunga ricerca sul rapporto tra giocoleria, danza e teatro, anche grazie alla lunga collaborazione di Sean Gandini con il coreografo Gill Clarke. Si percepisce l’influenza Bauschiana ma la chiave di lettura e di realizzazione è Gandini Juggling! Osannati in tutto il mondo hanno avuto prestigiose collaborazioni con la BBC, il Cirque du Soleil e l’Ecole Nationale de Cirque de Montréal. Sin dai loro esordi hanno effettuato oltre 5.000 spettacoli in 50 paesi con performaces in molti dei festival e delle locations più importanti della scena mondiale: da musei di arte contemporanea in Francia ai teatri d’opera in Germania, dal Libano all’Argentina, ai festival all’aperto del Regno Unito, alla Royal Opera House, al Royal National Theatre e, nel 2016, una collaborazione con l’English National Opera e Philip Glass. Nel 2013 hanno vinto lo Herald Angel Award al Festival di Edinburgo.
Un centinaio di mele delineano il palco, in una griglia accuratamente formata all’inizio dello spettacolo, sul fondale nove sedie vuote. Si delinea la magia dell’attesa ed è già storia… una narrazione di piccoli quadri che, prendendo lo spunto dalle mele (come attrezzeria, anche se Gandini le ha pensate come ad un ancestrale ricordo del giardino dell’Eden) e da un pomeriggio all’ora del tè, si snoda in un continuo crescendo emozionale delineando il racconto della vita, dagli inizi al gran finale. Creatività e destrezza, mimica, gioco, scherzo ed interazione si alternano con elegante e sincrona gestualità. Vengono toccate tutte le corde dell’animo umano, dall’amore, all’invidia, all’erotismo, alla collera e gelosia, a volte con una grazia quasi astratta e surrealista. Inevitabile, in certe scene, non pensare a Magritte. Ogni azione è calcolata nel raccontare l’ episodio con gestualità perfetta e delicata poesia. Godibilissima la gag del caffè (con pochissimo zucchero…). La danza con un tubo di carta di giornale sulla fronte in perfetto equilibrio che può ricordare un telescopio brechtiano. Uno humor sottile e raffinato che invita lo spettatore a guardare oltre, a pensare che anche con un apparente gioco si possono toccare corde esistenziali profonde. Perfetta la cerimonia del tè dove l’iniziale impassibilità degli interpreti lascia il posto ad uno scatenarsi contemporaneo dei nove giocolieri-danzatori in un vortice di sedie rovesciate, di piatti e tazze rotte, di mele che si spiaccicano sul palcoscenico tanto che il pubblico delle prime file ne può perfettamente percepire il profumo. Magnifica la scelta delle musiche che si sviluppano dallo swing al jazz per toccare, verso il finale, Vivaldi. Quattro parole cantate da una calda, possente voce baritonale “Scorrermi sento il sangue” (un brevissimo arrangiamento dal “Siroe, Re di Persia, RV 735) che mettono i brividi per giungere alle note appena accennate di un organo con una sorta di “miserere”. Fiori tra i cocci. L’arco temporale si è compiuto.
Straordinari tutti gli interpreti: Sean Gandini (a cui si deve anche la regia), Kati Ylä-Hokkala, Doreen Grossmann, Harm van der Laan, Malte Steinmetz, Niels Seidel, Tedros Girmaye, Mike Bell e Owen Reynolds. Stilisticamente appropriati ed a tono i costumi, raffinato e molto efficace il disegno luci di Mark Jonathan. Applausi calorosissimi e ripetute chiamate alla ribalta hanno coronato questo gioiellino di spettacolo che ha replicato anche il 14 dicembre.
MARIA LUISA RUNTI
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