di Maria Luisa Runti
Il 24 us. “8558 Hack” ha inaugurato le giornate di “mi&lab”, micro Festival di scienza, musica, teatro, cinema e tecnologia, diretto da Fabio Pagan, al Teatro Miela di Trieste. In anteprima per la città ed inserito in precedenza nel programma dei Festival della scienza di Settimo Torinese e di Genova.
Calorosissimo il successo per lo spettacolo ideato e scritto da Diana Höbel per ricordare e commemorare l’indimenticabile e straordinaria astrofisica Margherita Hack. Il titolo, che fa riferimento all’asteroide a lei intitolato, racchiude di per sé, in modo emblematico, ciò che Margherita ha rappresentato sia per la scienza che per l’umanità. Donna battagliera, fantastica, aperta e “rivoluzionaria” è ancor oggi un simbolo nell’ambito della scienza, della cultura e della vita sociale e politica. Diana Höbel ha scritto un testo analitico e profondo, contemplando tutte le sfumature che hanno caratterizzato la vita della Hack. Una carellata di episodi e ricordi che vanno dalla sua infanzia sino ai suoi ultimi giorni. Lo spettacolo, definito teatro a leggio, ha vissuto in realtà di vita propria poiché i due interpreti (la stessa Höbel e Marco Sgarbi) conoscevano il testo pressoché a memoria. Ritmi serrati e scanditi nell’incalzare degli episodi del racconto perfettamente legati tra loro in un crescendo di emozioni e di sfaccettature psicologiche che hanno offerto un inconsueto e raffinato ritratto di questa eccezionale scienziata. Donna libera e senza briglie, anche quando i tempi non lo avrebbero permesso, brillante, concreta, sempre coerente con se stessa, Margherita Hack è stata e rimarrà per sempre una Donna simbolo.
Afferma Höbel nelle note di regia “…Margherita reagisce a due sollecitazioni di segno opposto sintetizzandole in maniera mirabile: il contesto fascista in cui cresce, di cui conserverà per tutta la vita l’amore per lo sport, e nello stesso tempo l’educazione teosofica cui viene iniziata dai genitori, improntata a un sentimento di fratellanza verso tutti gli esseri viventi. Dai tanti libri, autobiografie e biografie, fino agli incontri con chi ha lavorato con lei all’Osservatorio Astronomico sono emerse forza, equilibrio solarità: per me è un atto politico parlare di personalità concrete, che non indulgono alle mitizzazioni ma neanche al nichilismo, per realizzare se stesse e di pari passo per creare anche qualcosa d’utile per gli altri”.
L’ottima interpretazione di Diana Höbel e Marco Sgarbi è stata impreziosita dalle bellissime musiche dal vivo (composte per l’occasione) dei Baby Gelido, i fratelli Daniele e Stefano Mastronuzzi, alla chitarra ed al sintetizzatore a cui si è aggiunta la voce del sassofono suonato dall’eclettico e geniale Paolo Cervi Kervischer. Un Artista che alla pittura ha affiancato la musica riuscendo, come sempre, a coinvolgere e stupire per la sua bravura. Applausi prolungati ed entusiasti hanno coronato il successo dell’interessantissima serata.
MARIA LUISA RUNTI
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