Fin dai primi albori – intorno alla metà degli anni Trenta- la pittura di Lazzaro appare impreziosita da quelle che poi divengono le sue peculiarità: afflato lirico, ricercatezze tonali, aura evocativa compenetrata al silenzio caratterizzante le sue vedute paesaggistiche.
Il mare soprattutto, come enigmatico diaframma fra visibile e invisibile, diviene fondale emblematico di rappresentazioni abitate da una quiete imperturbabile che suscita percezioni arcane che assumono valenze particolari dal momento in cui Lazzaro “scopre” Forte dei Marmi che sarà per lui rifugio atteso, luogo d’ispirazione e la dimora più cara.
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Lug
22