dal 9 febbraio al 26 marzo
Studio la Città è lieta di annunciare Superficial, mostra che indaga le potenzialità espressive e concettuali della superficie dell’opera attraverso i lavori di Tiziano Martini, Alberto Scodro ed Eugenia Vanni, tre dei più interessanti giovani artisti del panorama italiano. Il progetto, curato da Daniele Capra, è mirato a ribaltare la lettura filosofica stereotipata che vede nella superficie esclusivamente lo strato esteriore ed apparente di un elemento, la pellicola epidermica di un fenomeno la cui forza giace ed agisce altrove. Al contrario, Superficial evidenzia come invece la superficie sia essa stessa la ragione d’essere della ricerca artistica, il centro di un’azione che produce e registra un accadimento, uno spostamento, un trapasso. La mostra è costituita da una decina di opere, tra tele e sculture in materiali compositi.
Siamo soliti considerare la superficie in opposizione alla sostanza, a ciò che realmente caratterizza un oggetto, come se, in ultima istanza, quella esterna fosse la parte meno importante e nobile di un manufatto o la meno stimolante di un processo. Frequentemente la superficie viene letta come tentativo furbesco di catturare l’attenzione e lo sguardo di chi non è nella condizione di possedere gli strumenti per leggere un fenomeno, per entrarne realmente in profondità. Tale approccio conduce a considerare la superficie come area non degna di interesse, poiché parte di rilevanza esclusivamente cosmetica, incapace cioè di andare oltre una ricercata, ruffiana, piacevolezza: per incapacità di portare significati più alti.
Superficial capovolge tale approccio manicheo. Grazie a modalità processuali e pittoriche, grazie a dinamiche di ordine concettuale, all’azione chimica, cromatica, termica, la superficie diventa infatti essa stessa medium, poiché può assurgere nel contempo ad essere obbiettivo e metafora della pratica artistica, ma anche meta-narrazione che ne spiega ed argomenta le ragioni. Il vitale e incessante lavoro sulla/della superficie è così il diario ultimo di una metamorfosi che avviene grazie al pensiero e alla mano dell’artista, capace di proporre vie alternative per superare l’impasse, di controllare le variabili ambientali, di sfruttare a proprio vantaggio casualità imprevedibili.
I lavori Untitled presentati in galleria di Tiziano Martini (Soltau, D, 1983) sono caratterizzati da un continuo e rigoroso aspetto processuale. L’artista sovrappone sulla tela differenti livelli di pigmenti acrilici, direttamente con il pennello o più frequentemente attraverso l’uso di monotipi, di matrici che, opportunamente colorate, consentono alla materia pittorica di stratificarsi come successive impronte. La tela trattiene così elementi casuali, lo sporco dello studio o i residui di opere precedenti, che diventano variabili aleatorie che l’artista usa/dispone liberamente, in una continua improvvisazione jazzistica.
Nella serie Autumn, Alberto Scodro (Bassano del Grappa, 1984) sviluppa una ricerca in cui vengono analizzate le capacità generative che nascono dalla combinazione di elementi differenti, quali sabbia, vetro, ossidi. L’artista indaga infatti le possibilità combinatorie della materia cuocendo ad elevata temperatura in forno industriale materie prime di diversa origine, che subiscono un processo chimico-fisico simile alla vetrificazione. Scodro realizza così delle sculture alchemiche da parete, lastre in cui la superficie è ruvida come la roccia, ma fragile e colorata come la porcellana.
Nei dittici Ritratto l’uno dell’altro, Eugenia Vanni (Siena, 1980) esplora concettualmente le potenzialità mimetiche della pittura fino a giungere agli esiti più estremi. Grazie all’utilizzo dell’olio e di differenti ricette di imprimitura della tela, l’artista arriva a ritrarre su lino l’immagine del tessuto di cotone e viceversa. Ne esce così un doppio ritratto, essenzialmente meta-pittorico, in cui il soggetto è la pittura nella sua essenza materiale/materica, il suo essere palinsesto che accoglie l’immagine potenziale dell’altro. In un chiasmo logico ciascun elemento del dittico è così negazione della propria identità e nel contempo rappresentazione del suo contrario.
English version
Studio la Città is pleased invite you to Superficial, a show that inquires into the expressive and conceptual potentialities of the work’s surface through the works by Tiziano Martini, Alberto Scodro, and Eugenia Vanni, curated by Daniele Capra; the show has the aim of overturning the stereotyped philosophical analysis that considers the surface to be only the external and visible layer of an element, the filmy epidermis of a phenomenon the strength of which hides and acts elsewhere. On the contrary, Superficial highlights how, instead, the surface is itself the raison d’être of art research, the heart of an action that produces and records an event, a shift, a piercing. The exhibition consists of some ten canvases and sculptures in various mixtures of materials.
We usually consider the surface as the opposite of substance, of what really characterises an object as though, as a last resort, the exterior were the least important and noble part of an artefact or the least stimulating part of a process. Frequently the surface is considered to be a sly attempt to capture the attention and the eye of those who are not in a condition to analyse a phenomenon in order to genuinely enter its depths. This approach leads to considering the surface as an area unworthy of interest since it is a part with exclusively cosmetic relevance, incapable, in other words, of going beyond a refined and servile pleasantness due to its inability to bear higher meanings.
Superficial overturns this Manichean approach. Thanks to a processual and pictorial modality, and thanks to a conceptual dynamic order and to a chemical and thermal action, the surface in fact itself becomes the medium, because it can also arrive at being the objective of, and the metaphor for, the undertaking of art, and also a meta-narrative that explains and discusses its reasons. And so the vital and incessant work on/of the surface is the final diary of a metamorphosis that comes about as the result of the thoughts and hands of the artists who are able to propose alternative routes for superseding the impasse, for controlling environmental variables, and for exploiting to their own advantage unforeseeable accidents.
The Untitled works presented by Tiziano Martini (Soltau, Germany, 1983) are characterised by a continuous and rigorous processual aspect. The artist superimposes different levels of acrylic pigments on the canvas either directly with a brush or, more frequently, with the use of monotypes, matrices that, opportunely coloured, allow the material to be layered like successive imprints. In this way the canvas contains chance elements - the dirt in the studio or the residue of previous works - that become random variables that the artist freely uses/organises in a continuous jazz improvisation.
In his Autumn series, Alberto Scodro (Bassano del Grappa, 1984) develops an art in which he analyses the generative capacities resulting from the combination of such different elements as sand, glass, and oxides. In fact, the artist inquires into the combinatory possibilities of his material by firing at a high temperature in an industrial kiln prime materials of various origins; these undergo a chemical/physical process similar to vitrification. In this way Scodro creates alchemical wall-sculptures, blocks in which the surface is as rough as rock, but as coloured and fragile as porcelain.
In her diptych Ritratto l’uno dell’altro, Eugenia Vanni (Siena, 1980) conceptually explores painting’s mimetic potentialities to arrive at the most extreme results. Thanks to her use of oil and of different ways of imprinting the canvas, the artist arrives at portraying on linen the image of the cotton weave, and vice versa. In this way an essentially meta-pictorial double portrait is revealed, one in which the subject is painting in its material/tactile essence, in its being a palimpsest that embraces the image that is latent in the other. In a logical chiasmus each element of the diptych is thus a negation of its own identity and, at the same time, a representation of its opposite.
SUPERFICIAL
Tiziano Martini
Alberto Scodro
Eugenia Vanni
curated by Daniele Capra
vernissage & talk
Saturday 6 February 11.30 am
Immagine: Alberto Scodro, Autumn #9, 2015, sand, glass, pigments, oxids, 57 x 41 x 4 cm
Studio La Città
Lungadige Galtarossa 21
37133 Verona
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