Eliconie

Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Venerdì 14 novembre 2014 ore 20.30 (turno A)
Sabato 15 novembre 2014 ore 18.00 (turno B)

L’affascinante programmazione della Stagione Sinfonica 2014-15 propone per il secondo appuntamento della rassegna un capolavoro del Novecento, la Nona Sinfonia in re maggiore - re bemolle maggiore di Gustav Mahler, considerato la chiave di volta nel passaggio dalla musica tardo romantica all’espressionismo delle avanguardie viennesi e il cui sinfonismo si nutre di tradizione colta e di spunti popolareggianti a cui si accompagnano vere e proprie utopie filosofiche.

Venerdì 14 novembre alle ore 20.30, con replica sabato 15 novembre alle ore 18 sarà eseguita la Sinfonia n. 9 in re maggiore - re bemolle maggiore, considerata il vertice sinfonico del XX secolo e, in rapporto alla vita del compositore, il canto di morte, la confessione musicale per il suo congedo: un documento culturale della preparazione ad una fine già annunciata. Questa Sinfonia fu iniziata da Mahler nel 1908 e terminata all’inizio del 1910 quando il compositore, gravemente ammalato, già sapeva di avere poco tempo da vivere tanto che non ebbe occasione di presenziare alla sua prima esecuzione da parte dei Wiener Philharmoniker diretti dal M° Bruno Walter, che ebbe luogo a Vienna il 26 giugno 1912, un anno dopo la sua scomparsa.

Dietro l’apparente rispetto della tradizione, con il ritorno ai quattro movimenti canonici, la IX° è considerata una partitura tra le più audaci, innovative e originali di Mahler e per questo, particolarmente amata da Schönberg, Webern e Alban Berg per il quale fu vera e propria fonte di ispirazione. Le prime battute del primo movimento contengono in sé già tutti gli elementi che sostengono il peso della grandiosa struttura di questa Sinfonia. Il secondo movimento rievoca l’universo popolaresco a cui, nel corso della sua vita, Mahler aveva attinto per la sua ispirazione, ma in forma grottesca con l’intervento di fagotto, corni e contrabbassi, come se si trattasse di una memoria distorta di una innocenza che non può più esistere. Il terzo movimento, un Rondò, è un “tour de force” contrappuntistico che introduce al finale, un grande Adagio conclusivo, una delle più alte creazioni mahleriane.
Sul podio a distanza di una settimana dal concerto inaugurale e dal successo da standing ovation conseguito a Sarajevo per lo Stabat Mater di Rossini, ritorna il M° Gianluigi Gelmetti che dirigerà l’Orchestra del “Verdi” di Trieste chiamata ad un impegno particolare con questa esecuzione che metterà in luce la sua preparazione e maturità professionale.