Teatro Verdi di Trieste
Venerdì 9 gennaio 2015 (turnoA) ore 20.30
Sabato 10 gennaio 2015 (turno B) ore 18.00
La programmazione sinfonica della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi di Trieste” riprende venerdì 9 gennaio con replica sabato 10 gennaio con il quarto appuntamento concertistico. Protagonisti l’Orchestra e il Coro preparato dal M° Paolo Vero e la mezzosoprano Laura Polverelli diretti dal M° Aleksandar Markovic che li guiderà in un programma in cui figurano musiche di Richard Wagner, Johannes Brahms e Antonìn Dvořàk.
Il concerto si apre con l’esecuzione della Sinfonia in do maggiore di Richard Wagner, la prima e l’unica sinfonia scritta e completata dal compositore .Fu composta nella tonalità di do maggiore quando il Maestro aveva appena 19 anni, probabilmente nella città tedesca di Lipsia, tra l’aprile e il giugno 1832 e a Praga nel novembre dello stesso anno. E’ quindi coeva ai primi lavori teatrali: Die Feen e Das Liebesverbot .Anche se ancora “immatura”, la Sinfonia rivela già una personalità ben definita. Wagner rimase particolarmente legato a questa produzione sinfonica, come è dimostrato dal fatto che il 24 dicembre 1882, poco meno di due mesi prima della morte che lo avrebbe colto a Venezia il 13 febbraio 1883, diresse alla Fenice questa Sinfonia in do maggiore giovanile.
Stesa in appena sei settimane con il tipico entusiasmo di un giovane in cerca della gloria e di un suo personale linguaggio musicale, questa Sinfonia rivela l’infatuazione di Wagner per la scrittura sinfonica di Beethoven inteso come modello privilegiato.
Secondo brano in programma è la Rhapsodie per contralto, coro maschile e orchestra, op. 53 di Johannes Brahms e vede la partecipazione del Coro del Teatro Verdi e del mezzosoprano Laura Polverelli, uno dei mezzosoprani più acclamati della sua generazione. Laura Polverelli infatti ha calcato i palcoscenici di alcuni fra i maggiori teatri del mondo ec in campo operistico è specialista del repertorio barocco, oltre che dei ruoli rossiniani e mozartiani. In campo sinfonico spiccano le sue interpretazioni di Rossini, Vivaldi Bach, Berlioz e Boccherini. La Rapsodie per contralto, coro maschile e orchestra op. 53 su testo di Johann Wolfgang von Goethe (da Harzreise im Winter “Viaggio invernale nello Harz”) è considerata uno dei vertici della produzione sinfonico-corale di Brahms, cioè di quel ristretto gruppo di opere in cui il compositore, smentendo la sua vocazione verso la musica “pura”, priva di riferimenti letterari, dà luogo a una cauta apertura verso il privato ed esprime una propria visione del mondo che raramente trapela dalle sue composizioni strumentali. La scelta dei testi poetici - tutti di autori illustri - riflette una disillusione esistenziale che deve essere considerata una tematica costante della maturità del compositore. Non fa eccezione la Rapsodie per contralto, concepita nel 1869 in seguito al matrimonio di Julia, una delle figlie di Robert e Clara Schumann, matrimonio che costituiva per Brahms la definitiva disillusione da un sentimento sorto diversi anni prima. il contenuto del brano non è semplicemente autobiografico, ma esistenziale. Brahms prescelse solamente tre strofe del testo goethiano: la cinque, (Aber, abseits wer ist’s?) la sei (Ach, wer heilet die Schmerzen) e la sette (Ist auf deinem Psalter).Il compositore sembra suggerire che la panacea per i dolori dell’individuo, sperduto nella selva del suo egotismo, possa venire solamente dalla musica. Il brano esprime una struggente malinconia, severa e austera, antitetica rispetto a qualsivoglia modello teatrale…. Lenire la pena: So erquike sein Herz… una richiesta a cui il compositore aderisce siglando un accompagnamento dal tono pacato che apre l’anima alla speranza nel futuro.
Nella seconda parte del programma sarà eseguita la Sinfonia n. 9 in mi minore “Dal Nuovo Mondo”, op. 95 di Antonìn Dvořàk, una delle opere del compositore boemo più popolari e amate dal pubblico. Fu eseguita sotto la direzione di Anton Sedl iI 16 dicembre 1893 alla Carnegie Hall di New York, alla presenza dell’autore. La peculiare mistura fra equilibrio formale e melodiosità slava portò a riconoscere in Dvořàk un musicista dalla personalità inconfondibile, né conservativa né radicale, capace di apparire alla borghesia boema come una incarnazione dell’identità nazionale per i richiami al folklore boemo, ma anche di farsi ammirare di fronte all’intera Europa per la raffinatezza della scrittura e la solidità costruttiva delle sue opere. Dvořak illustrò il titolo dell’opera spiegando che si riferiva semplicemente a «impressioni e saluti dal nuovo mondo». E in una lettera: ”Ho concepito i temi di mio pugno, nei quali ho adoperato tratti peculiari della musica indiana; basandomi su tali temi ho inteso svilupparli tenendo conto delle novità del linguaggio musicale moderno per quanto concerne il ritmo, l’armonizzazione, l’elaborazione del contrappunto e la coloritura orchestrale”. L’invito in America aveva dunque il significato di una consacrazione; e la composizione servì da modello per almeno un trentennio a tutte le sinfonie composte negli Stati Uniti.
Sul podio dell’Orchestra del Verdi, per la prima volta il M° Aleksandar Markovic dal 2008 Direttore Musicale e Direttore Principale della Brno Philharmonic Orchestra. Collabora strettamente con l’Orchestra sinfonica della Croazia, l’Orchestra sinfonica ceca di Radio Praga, della Radio Croata, la Qatar Philharmonic, l’Orchestra di stato Braunschweig, la Slovenian Philharmonic e la Janáček Philharmonic Ostrava. Ha anche recentemente debuttato con successo con la Györ Philharmonic e con la Filharmonica di Brema.
Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”
Riva Tre Novembre 1
34121 Trieste
http://www.teatroverdi-trieste.com/