Time Table. A tavola nei secoli. Una mostra nella Sala Senato sul tema della tavola imbandita attraverso i secoli, un viaggio nel tempo alla scoperta della convivialita’, dei riti sociali e dei piccoli grandi momenti della vita quotidiana.
Nutrire il pianeta: il titolo dell’Expo di Milano è stato lo spunto per la mostra ideata da Palazzo Madama.
Il cibo ma anche quel che ruota intorno al cibo: essere seduti intorno a un tavolo significa in primo luogo famiglia, stare insieme e condividere. Stando seduti a tavola si prendono decisioni importanti, si concludono affari e si determinano destini, nascono o muoiono amori.
Dalla tavola di Re Artù a oggi, la mostra Time Table evoca, a partire dal gioco di parole del titolo, il tempo e lo spazio della condivisione che nelle società occidentali è rappresentato dalla tavola imbandita. Il percorso, ricco di spunti spettacolari, è articolato in sei tavoli principali, disposti radialmente intorno a un fulcro centrale come le lancette di un grande orologio che scandisce il tempo della storia e della memoria. Su ogni tavolo si dispongono gli oggetti ideati e creati in ogni tempo da artisti e artigiani per accompagnare i riti della convivialità: dalle umili ciotole graffite del Quattrocento, alle sofisticate allegorie dipinte della maiolica rinascimentale, fino al trionfo della porcellana e al colorato design della tavola borghese del Novecento.
Piatti, tazze, zuppiere, fiasche, bottiglie, bicchieri, ma anche gallerie di manufatti meno noti, come i rinfrescatoi e il vasellame “a sorpresa”, o quelli destinati alla “sacra mensa”, dove si celebra il rito della rigenerazione dell’anima. Accanto alle stoviglie, sui “tavolini di servizio” altre opere evocano aspetti della vita quotidiana di ogni tempo, momenti particolari e diversi da quelli legati al cibo: strumenti musicali, giochi di società, abiti, elementi di arredo e, sempre presente, un orologio che scandisce il flusso del tempo.
180 opere che appartengono in gran parte alle collezioni permanenti di arte decorativa di Palazzo Madama, proposte sul filo di un nuovo racconto che porta nel museo il sapore della vita vissuta in casa, intorno al fulcro simbolico della sua socialità: la tavola.
L’allestimento, ricco di spunti spettacolari, è stato progettato da Roberto Piana con Studio2fashion. I tavoli, oggetti di moderno design, con piani bianchi sostenuti da lastre di vetro, sono stati generosamente offerti da LAGO. Completano l’esperienza le suggestioni sul decoro ceramico e sulla cioccolata nate dalla collaborazione e dal sostegno di Ristorante Del Cambio e Gobino.
Un ricco programma di eventi e attività per il pubblico accompagnerà la mostra fino ad ottobre, grazie al sostegno di Gambero Rosso, Associazione Donne del Vino, Gnammo, TwLetteratura, Prochet 1861 e Tucano Viaggi.
LE SEI SEZIONI
1. Civiltà delle corti. La tavola del Medioevo. Presenta manufatti di varia provenienza: dalle dinanderies di area germanica, agli scintillanti lustri della tradizione ispano-araba, ai raffinati vetri usciti dalle botteghe di Murano.
Sul tavolino di servizio sono esposti oggetti che evocano la quotidianità della vita cortese internazionale – pettini di avorio per la toeletta, cofanetti – scandita nello scorrere dei giorni dal raro calendario perpetuo miniato su pergamena e custodito in un apposito astuccio di cuoio.
2. L’eccellenza italiana. La tavola del Cinquecento. Protagonista è la maiolica prodotta nelle manifatture dell’Italia centrale per una committenza anche internazionale. Le botteghe veneziane monopolizzano la produzione dei vetri, imitati nel resto d’Europa con la formula à la façon de Venise.
Emblematica della cultura del Rinascimento è la figura piena di grazia di Carubina di Mence, esposta in appendice alla tavola. Elegantissima con le sue calze rosse e le pantofole di cuoio dorato, Carubina è forse un raro esempio di Madonna da vestire scolpita nel legno a metà Cinquecento da Romano Alberti da Borgo Sansepolcro e donata negli anni Cinquanta al Museo da Giovanni Agnelli.
3. Il fascino dell’Oriente. La tavola del Seicento. Nel corso del XVII secolo tutte le corti europee sono sedotte dal fragile lusso della porcellana venuta dal’Oriente. La moda delle porcellane orientali finisce per condizionare anche la produzione ceramica italiana, come dimostrano i piatti dipinti a monocromo azzurro della manifattura torinese del Regio Parco, avviata nel 1646 da maiolicari liguri.
4. Il lusso della porcellana. La tavola del Settecento. Propone un prezioso servizio del periodo più antico della Manifattura di Vienna, di cui il Museo possiede un importante nucleo di pezzi donati dal marchese D’Azeglio. L’appendice è dedicata alle occupazioni del tempo libero: vi figura infatti una plancia per il biribissi, antico gioco d’azzardo simile alla lotteria.
5. Ritorno all’ordine. La tavola dell’Ottocento. Dopo i fasti del barocco e i capricci del rococò, l’arrivo del gusto neoclassico si impone nell’Ottocento come una rivoluzionaria lezione di misura. Lo testimonia il bellissimo servizio della Real Fabbrica Ferdinandea di Napoli decorato con figure di animali tratto da stampe dell’epoca.
6. Colore e design. La tavola del Novecento. Un coloratissimo servizio disegnato nel 1967 da Gio Ponti per le Ceramiche Franco Pozzi, esposto anche nella mostra dedicata al grande designer alla Triennale di Milano del 2011, segna l’irruzione del gusto pop nell’ordine assoluto che dominava l’arte del Novecento, chiudendo la carrellata cronologica della mostra.
LE TRE GALLERIE
Accanto alle sei tavole principali si sviluppano tre gallerie tematiche dedicate, rispettivamente, all’altare, con una scelta di vasi e suppellettili sacre destinate all’apparecchiatura della “mensa del Signore”; a zuppiere e rinfrescatoi, i pezzi più imponenti del servizio da tavola e quelli che meglio evidenziano, anche attraverso la foggia, l’impronta stilistica dell’insieme; e all’arte del bere, con una varietà di forme di vasellame legate all’atto del bere e alla mescita dei liquidi che vanno dai vetri provenienti dagli scavi archeologici nel Vicino Oriente alle fantasiose forme delle officine muranesi di fine Ottocento.
LE NOVITÁ
Molti gli oggetti di Palazzo Madama mai esposti al pubblico, tra i quali spiccano lo stipo impiallacciato di ebano e avorio, il raro mandolino seicentesco, la tavola per il gioco del biribissi decorata a “lacca povera” e l’elegante abito stile Impero che sembra uscito dalle pagine di un romanzo di Jane Austen, restaurato per l’occasione.
Le opere in prestito provengono da Palazzo Reale di Torino, dall’Associazione Italiana Radio d’Epoca – Gruppo Piemonte e Valle d’Aosta “Beppe La Paglia” e da una collezione privata di Torino.
Inaugurazione 23 giugno, ore 18
Palazzo Madama
Piazza Castello
Torino
http://www.palazzomadamatorino.it/
Orario: lunedì 10-18; giovedì-sabato 10-18; domenica 10-19