di Maria Luisa Runti
“Murmur. Fiaba per bambini pelosi” di Leonor Fini appartiene alla produzione letteraria della grande artista ed è il suo primo romanzo breve pubblicato in Francia nel 1976. Affascinante protagonista del secolo scorso, Leonor Fini ha spaziato tra il dipingere quadri che abbracciano un universo fantastico e metaforico, ritratti, raffinate ideazioni di scene e costumi per teatro e cinema, illustrazioni di capolavori letterari e singolari invenzioni nell’ ambito del design. Poco nota sua attività di narratrice, soprattutto in Italia (i suoi testi, scritti in francese, sono stati tradotti in inglese, tedesco, svedese, catalano e giapponese). Grande merito va allo scrittore e giornalista Corrado Premuda per averne curata la prima traduzione italiana, pubblicata nella collana “Gli eccentrici” delle Edizioni Arcoiris, assieme al suo saggio “Leonor Fini scrittrice”.
“Questo libro – afferma Premuda - s’inserisce nel lungo lavoro di ricerca e di studio sulla pittrice che mi ha portato, negli anni, a scrivere una ventina di articoli e saggi per quotidiani e riviste, a tenere conferenze in accademie e circoli, a collaborare con Giampaolo Penco per il documentario “Mais où est Leonor?” (acquisito di recente dalla videoteca del Centre Pompidou di Parigi), a scrivere il testo teatrale “Guardiana dei sogni. Variazioni su Leonor Fini” per il regista Alessandro Marinuzzi”.
Riesce arduo asserire che “Murmur. Fiaba per bambini pelosi” sia un romanzo o una fiaba. Lo definirei piuttosto un fantastico, fantasmagorico affresco di straordinarie immagini espresse a parole e pensieri. I 17 capitoli brevi che compongono il libro sembrano una sorta di geniale pretesto che permettono all’autrice di raccontare e raccontarsi con la voce di “Murmur”, figlio di un uomo sconosciuto e della grandissima gatta Belinda. Una creatura quasi irreale, nè uomo nè gatto, metafora esistenziale e veritiera delle inquietudini e delle riflessioni, spesso represse, di noi umani e del nostro tempo. L’avventuroso viaggio che porta Murmur e Belinda ad un monastero in riva al mare, dopo aver lasciato la loro terra d’origine, è l’introduzione al potersi raccontare in un regno di animali magici e di creature misteriose che, freudianamente, non sono che visioni, sogni, tormenti, meditazioni, sdoppiamenti del nostro ego. Eventi prodigiosi, fantasia, sesso senza inibizioni vengono mirabilmente narrati con la poesia delicata di parole che portano il lettore a “vedere” dal vivo le varie situazioni descritte ed a fondersi e confondersi con esse in una sorta di iniziazione personale liberatoria. Immagini surreali preziosamente e minuziosamente descritte si trasformano in visione pittorica ed introspettiva ad un tempo. L’ universo pittorico della Fini, già di per sè, molto spesso, è fascinosa metafora ma vi si possono percepire anche espressioni artistiche dei mondi di Dalì, Magritte e Bosch. Più ci si addentra nella lettura più se ne fa parte in prima persona, avvolti da sciabolate di colore quali l’arancio, il blu, il bianco e l’argento. Sono quattro tinte che affiorano spesso nel testo, quasi a simboleggiare il sole, la luna, il desiderio di purezza e la cupa notte. Animali, oggetti, la natura stessa del paesaggio si trasformano e mutano in un continuo divenire fantastico come piume portate dal vento che ti sfiorano delicatamente o ti risucchiano in un vortice, in una sorta di buco nero dove, all’improvviso, durante una festa compare la Luna con il suo velo di Via Lattea ed il diadema in testa, prima del silenzio. Ogni creatura ha un nome fantasioso ma non privo di significato. Nulla, nelle citazioni, è lasciato al caso. Dal ricordare le musiche di Mendelssohn, al menzionare personaggi di grandi romanzi e due famosissime cantanti liriche, alla “Lezione d’anatomia” di Rembrandt riprodotta in bassorilievo con tutti i personaggi in oro (“…un oro strano, che si sbriciolava e cadeva in polvere fine sui cuscini…”), alla serra degli orologi che racchiude capolavori d’Europa e che battono le ore tutti insieme soltanto per Murmur.
Eccellente la traduzione di Corrado Premuda. Scorrevole, accurata, agile nel raccontare e descrivere, raffinata nella scelta dei termini e dei sinonimi, fedele al testo originale. Rara circostanza al giorno d’oggi!
Completa il volume un interessantissimo e prezioso saggio dello stesso Premuda dedicato a “Leonor Fini scrittrice” e tratto da: “Leonor Fini. Da Trieste in poi”, ancora inedito.
MARIA LUISA RUNTI
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Venerdì 30 gennaio, alle ore 18, Corrado Premuda e Giampaolo Penco presenteranno alla Libreria Minerva di Via San Nicolò 20, Trieste, sia il libro “Murmur. Fiaba per bambini pelosi” di Leonor Fini che il film documentario “Mais où est Leonor?” diretto nel 2009 da G. Penco con la collaborazione di C. Premuda (produzione Trieste Contemporanea e Videoest), filmato che ricostruisce la vita e la carriera dell’artista fra Trieste e Parigi e che contiene l’unica video-intervista in italiano della Fini fatta da Gianfranco Rados di Videoest. Verrà altresì proiettato il film “Le monde de Leonor Fini” realizzato nel 1966 da Yvan Butler, per la televisione svizzera, nell’ex monastero in Corsica dove l’artista trascorreva le sue estati e dove è ambientata la storia di “Murmur”.