di Maria Luisa Runti
Grandissimo successo per “I Racconti della Via della Seta – Dunhuang my Dreamland”, del Chinese Dance Theatre Lanzhou alla Cankarjev Dom di Ljubljana nell’ambito del 66° Ljubljana Festival.
Fondata circa 40 anni fa a Lanzhou, città importante lungo la Via della Seta, la compagnia ha raccolto notevoli consensi di pubblico e critica in tutto il mondo dalla Russia al Giappone, alla Namibia, Botswana, Iraq, Libano ed Europa, ricevendo numerosissimi premi in patria.
La Via della Seta fu un immenso reticolo di strade che univa l’estremo Occidente all’Oriente. E’ il simbolo degli scambi tra Oriente a Occidente a tutt’oggi. Oltre al nome vi rimangono tracce degli antichi centri di intersezione. Uno di questi è il complesso delle Grotte del Mogao, un sistema di centinaia di templi scavati nella viva roccia. Colme di labirinti, pareti segrete e sale nascoste, le Grotte del Mogao hanno creato un insieme di mitologie e leggende uniche.
A tali fonti è si è ispirato il Chinese Dance Theatre Lanzhou per ideare “I Racconti della Via della Seta – Dunhuang my Dreamland”, dramma in un prologo e quattro atti che vuole essere sintesi di tali leggende e dell’arte del balletto cinese. E’ andato in scena per la prima volta a Pechino, nel 2005, in occasione della cerimonia del centenario della presentazione dei testi buddisti a Dunhuang ed ha richiesto ben due anni di meticolosa preparazione.
Una storia d’amore e di morte narrata con grande poesia e spettacolarità.
Mogao, giovane pittore, attraversa un deserto cercando di raggiungere le Grotte di Dunhuang ma, nel percorso, viene gravemente ferito. Tratto in salvo da un giovane Signore della Guerra, Yueya, riesce a sopravvivere ed a raggiungere le Grotte. Ben presto si accorge che Yueya è una bellissima ragazza e se ne innamora. Amore contrastato dal gran generale, padre della fanciulla, che mette a ferro e fuoco le grotte, rifugio dei due innamorati. Ancora una volta Yueya salva la vita a Mogao, perdendo la sua. Si trasforma in primavera, alle cui acque attinge Mogao per scrivere versi e canzoni d’amore nonchè per dare forma a suggestivi dipinti.
Il Chinese Dance Theatre Lanzhou ha creato delle atmosfere magiche, in un continuo crescendo emozionale. Dalle desertiche scene inziali a quella, straordinaria, dell’avanzare delle truppe a cavallo dove il video degli armigeri al galoppo si fonde magnificamente con quelli in palcoscenico, in assetto di guerra, grazie alle superbe luci di Sha Xiao Lan. Un ottimo ritmo scandisce ogni ambientazione evidenziando sofferenza, passione, poesia, lotta e morte. Momenti bucolici con tutto il corpo di ballo si alternano ad intensi, struggenti passi a due in cui i protagonisti Ma Yang (Mogao) e Chen Yanting (Yueya) esprimono con raffinate movenze e notevole capacità espressiva ed acrobatica il loro dramma. Di imponente forza il contrasto fra le danze di battaglia e quelle idilliache del popolo, quasi a commento della tragedia che si consuma. Una sorta di sovrapposizione tra sogno e realtà, di speranza di continuo contrastata. Fortemente incisive le musiche di Zhu Jiahe che sottolineano liricamente l’azione alternando fraseggi melodico-romantici ad altri di ritmo roboante e quasi ossessivo nel finale. La ricercata coreografia di Shen Chen ha toccato tutte le suggestioni tipiche dell’immaginario orientale con grande poesia ed efficacia. Molto belli i costumi di Han Chunqi, dalle armoniche e vivaci cromie delle scene d’insieme alla potenza narrativa delle magnifiche armature. Maestose e raffinate le scenografie di Gao Guangjian dove tradizione e contemporaneità si fondono in un perfetto connubio.
La regia di Chen Weiya ha magistralmente sottolineato atmosfere oniriche, gioia, sofferenza, lirismo e momenti di cruenta lotta in un armonico crescendo della narrazione, offrendo al pubblico una rappresentazione indimenticabile.
Ripetuti, calorosissimi applausi e fiori ai protagonisti hanno coronato il successo dello spettacolo.
MARIA LUISA RUNTI
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